«È un punto di partenza importante per depotenziare sensibilmente il fenomeno del caporalato e che rappresenta un punto di partenza importante per sradicare lo sfruttamento in agricoltura – dichiara Fabio Ciconte, di Terra! Onlus e portavoce della campagna #FilieraSporca – Tuttavia, all’azione meramente repressiva è necessario affiancare quanto prima una legislazione basata sulla prevenzione, e dunque sulla trasparenza della filiera. Una pressione corale sulla Grande Distribuzione Organizzata e sugli altri punti chiave della catena, che contribuiscono a determinare i prezzi e le derive amorali del mercato del lavoro, è possibile soltanto a partire dall’adozione di una etichetta narrante, in grado di raccontare l’intera vita del prodotto, dal campo allo scaffale. Serve per questo un cambio di paradigma che rimetta al centro la dignità delle persone e riempia di senso il concetto di made in Italy, prima che rimanga soltanto un guscio vuoto».
FOTO: Mario Poeta